Sì è tenuta lo scorso 28 giugno l’assemblea del Gruppo Produzione Conto Terzi che, all’interno di Cosmetica Italia, riunisce 109 aziende associate.
«Con un fatturato stimato attorno a 1,5 miliardi di euro, il contoterzismo italiano presenta dinamiche di crescita superiori a quelle dell’intero settore (+4% nel 2018 rispetto all’anno precedente, mentre il fatturato globale del settore cosmetico è cresciuto del 2,1%) – ha dichiarato Patrizia Poggiali, presidente del Gruppo Produzione Conto Terzi – La notevole propensione all’export è uno dei tratti distintivi delle aziende cosmetiche che producono conto terzi, rappresentative di un bagaglio di competenze e cultura di servizio uniche e tipiche del nostro Paese».
«L’abbiamo recentemente evidenziato nel corso dell’Assemblea di Cosmetica Italia [tenutasi a Milano lo scorso 27 giugno, ndr]: la cosmesi è una case history virtuosa del manifatturiero italiano – ha commentato Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia, che presso la sede della propria azienda, la Ancorotti Cosmetics a Crema, ha ospitato l’appuntamento – In particolare, le aziende che producono conto terzi si pongono a monte della filiera produttiva, permettendo di comprendere anticipatamente l’evoluzione nel medio-lungo termine nei canali a valle».
Il tema al centro dell’incontro annuale del Gruppo, la sostenibilità, è stato approfondito grazie agli interventi di tre docenti universitari.
Michele Merola (ricercatore GREEN – Centre for research in Geography, Resources, Environment, Energy and Networks dell’Università Bocconi) ha evidenziato l’importanza di una comunicazione efficace dell’impronta ambientale, illustrando anche i risultati delle rilevazioni sulle aziende condotte nel corso dell’ultima edizione di Cosmoprof Bologna.
Un focus specifico sul packaging attivo per il campo cosmetico è stato invece proposto da Vincenza Andrisano, Professore ordinario – Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita dell’Università di Bologna.
Infine, un tema di forte attualità è stato analizzato da Paola Fabbri, Professoressa associata – Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali dell’Università di Bologna. La docente ha infatti proposto alcuni spunti sulla transizione dalle plastiche alle bioplastiche, evidenziando le opportunità offerte da queste ultime per una strategia di sostenibilità nel packaging e nel prodotto.